Di Alex Vigliani
Sceglierò l’Italia.
Sceglierò, alla ripresa di tutto, i sentieri italiani costellati da attività agricole e acquisterò formaggi e olio condividendo parole ed emozioni con chi produce. Con chi lavora.
Sceglierò i frutti belli di una terra in cui affondano mani e radici di contadini e allevatori, impastata con il sangue dei miei avi. Così rigogliosa e generosa, questa terra, la NOSTRA terra con chiunque: con i tanti che l’hanno attraversata, con quelli, pure troppi, che l’hanno calpestata.
Sceglierò i borghi incastonati tra le valli, tra i vicoli mi lascerò guidare dall’odore antico di mobili e caminetti accesi, di mani conserte sull’uscio ad attendere il tempo cui antidoto non c’è. Tra le pietre leggerò, ci proverò, le storie antiche che dai castelli portano all’abitato. Di petti ferrati, cavalieri e cavalli, di umili e contadini al rientro dalla fatica quotidiana, più svelti della porta che si chiude. Che fuori c’è l’altro mondo di briganti e ladri. E il vento te ne parla perché il vento non fa distinzioni e narra storie.
Sceglierò pendii scoscesi e poi più rocciosi. I crinali esposti, spina dorsale di questa terra che ti sorprende con il mare all’orizzonte dalla vetta di una montagna. Irti, arcigni profili di roccia e boschi a scambiar sorrisi con il cielo che di cotonate nuvole ne carezza gli angoli più duri.
Sceglierò l’Italia e monasteri e abbazie, eremi e chiese dove ogni storia ha un’altra storia aggrappata alle fondamenta. Dove ogni uomo ha incontrato altri uomini, ognuno a lasciare un sasso e costruire un rito. E chissà quanti altri ne passeranno.
Sceglierò l’Italia perché il modo migliore per difenderla è camminarla, incontrarla, condividerla, scambiare acqua con l’altro che sei tu, che sono io, senza maschere e distanze.
Sceglierò l’Italia e chi sa raccontare le sue mille storie, chi sa sfumare l’oggi con il domani, fino a farne colori accesi di un passato da raggiungere navigando ad occhi chiusi.
Respirando.
Sceglierò l’Italia, sceglierò la mia terra, sceglierò di camminare ancora.