Oggi in tanti sentono questi bisogno di ritorno alla natura. Un fiume eterogeneo di persone che avvertono, forse, che il punto di non ritorno è stato superato e ora ascoltano il richiamo dei boschi. E fin qui, tutto bene. Poi? Poi te li ritrovi con gli occhi dentro il cellulare o peggio con i figli che han portato per fare un’esperienza in natura, più attenti a seguire qualche giochino sullo smartphone che non a quanto ci sia intorno.
Ogni tre passi il telefono che squilla, il messaggio, la notifica e chi più ne ha più ne metta.
Non è così. In natura ci si va guardandosi intorno, allenando gli occhi, il respiro, il corpo. Stando attenti al messaggio che il fisico dà indietro.
Non ci si va – e sono netto – portando i mezzi che normalmente utilizziamo dentro casa per trascurare il tempo, nemmeno fossimo in attesa e seduti in bagno.
Il cellulare va in tasca, possibilmente silenziato se non si hanno reali motivazioni d’emergenza. E per due motivi: l’altro non vuole essere disturbato dal continuo suono del telefono. E per amor proprio. Vivete il momento, distogliete l’attenzione da questo maledetto cellulare che vi possiede!