Gli alberi in autunno ci insegnano: meglio perdere che rischiare di stare male
di Michela Battisti
Si apprestano ad andare, puntuali come ogni anno.
Vanno ma non prima di aver dato spettacolo sfoggiando tutte le sfumature più calde.
Foglie che prima di partire ci lasciano qualcosa a cui pensare.
Mentre cambiano il colore della livrea ci ricordano che è possibile rimanere fedeli a se stessi anche cambiando aspetto. Cambiamo pelle ma il cuore rimane lo stesso.
Mutano, si adattano ai cambiamenti che registrano: meno calore, meno luce vogliono dire che è ora di usare meno energia. Si preparano al sobrio letargo, la quiete come forma di resistenza. Meglio perdere che rischiare di stare male: se ricche fronde potrebbe voler dire spezzarsi sotto le abbondanti nevicate o essere fragili al cospetto di generosi venti allora meglio lasciar andare.
È tempo di andare quindi, di fare scelte coraggiose che portano a sacrificare la parte forse più bella, quella che fino a qualche giorno prima era stata addirittura vitale. Alla vigilia dell’inverno e dei tempi austeri, in un momento in cui sarebbe meglio trattenere loro invece si spogliano, quasi a dimostrare che i momenti difficili si affrontano meglio se snelli, leggeri, privi di orpelli.
Perdono, lasciano andare e fanno spazio a quello che verrà.
Ma tutto quello che è stato dove va a finire? Che ne è stato dei giorni pieni di sole, della verde clorofilla, della brezza estiva? Possibile che sia tutto dimenticato?
Questo sembrano chiedersi mentre si concedono l’ultima danza e si dispongono ai piedi di quella che è la loro storia, del tronco che è stato madre e padre insieme.
Si staccano, si lasciano cadere e trovano collocazione in basso certe che anche le cose che lasciamo andare abbiano un senso in quel perfetto cerchio che è la vita.
I nostri ricordi, come foglie mature, si dispongono strato su strato a proteggere le radici, a isolare il terreno, a sciogliersi gradualmente per rimettere in circolo preziosi composti organici utili a sfamare chi verrà, a sostenere tutto quello che sarà.
Le foglie in autunno ci insegnano che si può lasciare andare perché niente è mai veramente perso.