Nel bosco d’autunno ho trovato la vita, il cuore e un sentiero che riporta a casa
Una passeggiata nel bosco è semplice svago o molto di più?
Si potrebbero aprire discussioni senza fine su questo, poiché se è vero che una passeggiata e di gruppo è un modo per socializzare (e ci mancherebbe), il bosco – come ritorno a casa, come ritorno alla natura – ha un forte valore e senso di rinascita.
Che 20 – 30 minuti al giorno in natura facciano bene è argomento che già abbiamo affrontato con Verde Dentro e con Michela Battisti (Leggi qui l’articolo se te lo sei perso). Tuttavia esistono diverse pratiche, diversi modi di entrare in connessione con il bosco e con gli alberi.
Stare in silenzio nel bosco e fissare gli alberi, il movimento degli stessi, seguire la risalita del fusto fino al cielo e incontrare rami sommitali protesi verso il cielo. E poi che dire dell’autunno? Scoprire le sfumature, passare dal giallo al rosso e poi perdersi nel blu del cielo. Un’attenzione tutta particolare al dettaglio di cui l’umano non sarà mai sazio, potendo affidarsi a una sensorialità che, se allenata, può aumentare a dismisura.
Riporto la mia esperienza. La prima volta sono stato male: il silenzio mi aveva fatto più paura delle voci incontrollate della città. Il caos mi era sembrato, per un attimo, mio amico. D’altronde l’umano è conquistato dall’abitudine. E se l’abitudine riporta al rumore della metropoli – intesa come città -, il suo contrario deve per forza far paura. Passai una notte in un piccolo borgo della provincia di Bologna. Ero nel mezzo del bosco. Non chiusi occhio. Stavo attento a percepire ogni rumore. Ogni movimento al di fuori della finestra. E quel silenzio mi sembrava strano.
E dire che da bambino avevo spesso dormito in tenda ed era abitudine passare del tempo nel bosco!
Quel silenzio, all’inizio così ingombrante, mi avrebbe spinto poi a un percorso lento e inesorabile. Avere paura del silenzio, che sciocchezza poteva mai essere quella? Così nel bosco ci sarei tornato volontariamente proprio per rivivere quella sensazione. E al silenzio cominciai ad affidare il mio respiro, la mia rigenerazione.
Così adesso quando ne ho l’opportunità ricerco proprio quel silenzio. Nel bosco riesco a concentrarmi. Chiudo gli occhi, ascolto il frusciare delle foglie, il canto degli uccelli. Ne esco sempre più leggero. Rilassato.
Scelgo un albero e affido a lui i miei pensieri.
Qualcuno mi ha detto che poggiando una mano sul tronco posso sentirne il calore, la linfa. La vita. L’ho visto fare e mi è bastato per capire che è così.
Nei boschi, in fondo cosa ho fatto?
Ho imparato a cercare.
E cosa ho trovato?
La vita, il mio cuore e un sentiero che riporta a casa.