ACQUATREKKING sempre e comunque?
NO GRAZIE!
Itinarrando ne sta fuori.
Per noi la natura non è solo lavoro, prima di tutto è passione e mission: quella della riscoperta, del rispetto, della crescita e un ritorno alla Madre quanto e più consapevole.
La conoscenza e la riscoperta della natura quindi non possono e non devono genuflettersi dinanzi alla bramosia di ricavi che attiene al mondo Occidentale e meno a una pratica di condivisione, rispetto e scambio con l’ecosistema.
Per quanto possibile, non vogliamo essere quelli che sfruttano la natura.
Eppure nel post lockdown, con un’aumentata attenzione all’escursionismo sarebbe stato importante – per tutti gli attori in campo – praticare in primis la sostenibilità.
Nel momento in cui una porta si apre e dà verso il bosco, la giusta via deve essere il ritorno a una sana condivisione e non l’usato passo dello sfruttamento di risorse già messe in crisi dall’inevitabile antropizzazione.
Chi viene con noi lo sa. Per quanto possibile i nostri gruppi sono il più silenziosi possibile, un tacito accordo che stabiliamo all’inizio, quando comunichiamo che il bosco ha una propria sua sacralità e che gli animali non vanno disturbati da eventuali urla, consci che il nostro passo debba essere quanto e più leggero possibile.
Medesima attenzione la poniamo con i selvatici, poche sono le attività in cui sono ammessi i cani e quasi sempre al guinzaglio per evitare che gli stessi possano disturbare altri animali per istinto di predazione.
Venendo all’acquatrekking diciamo un fermo: NO GRAZIE, se non preventivamente accettato, se non in presenza di un parere autorevole che ne certifichi il rispetto delle norme, se non preventivamente accertata l’assenza di specie che possano essere disturbate dall’azione ludico – antropica. E assolutamente NO in Monumento Naturali e Zone di Protezione Speciale, come previsto dalla Rete Natura 2000.
Fermo restando, poi, che delle acque non abbiamo analisi chimiche e sovente la permanenza in corsi d’acqua può essere dannosa per il fruitore stesso, la fauna ittica e anfibia dei fiumi, merita lo stesso rispetto dei camosci, dei cervi, dell’orso che viene difeso e giustamente a denti stretti.
Se ci sono sentieri utilizziamo quelli, se non ci sono non ce li inventiamo passando nel letto del fiume, andando a distruggere deposizioni di uova soprattutto in un periodo, come quello estivo, riproduttivo per tante specie.
Vedere Monumenti Naturali e Zone di Protezione Speciale prese d’assalto con l’acquatrekking è come vedere qualcuno che lancia plastica dal finestrino.
L’attacco all’ecosistema, poi, è ancor più grave quando portato da chi, professionista, dovrebbe salvaguardare l’ambiente impartendo, semmai, nozioni di sostenibilità.
2 comments
Patrizia Sergio
Agosto 21, 2020 at 8:56 am
‘buttare il bambino con l’acqua sporca’ questo è quello che mi fa pensare leggere le vostre opinioni. Come sempre, se da una parte ci sono coloro che non hanno nessun senso del rispetto di luoghi naturali, dall’altra ci sono i ‘puristi’ che contemplano certe esperienze nella natura precisando ‘solo se..’. Ma questo ‘solo se’ vale per qualunque esperienza organizzata. ‘solo se’ chi organizza è attento a chi coinvolge, ‘solo se’ chi organizza sa come educare all’esperienza, ‘solo se’ chi organizza sa far rispettare l’ambiente perlustrato. Con queste premesse, che SEMPRE devono esserci quando si è operatori turistici per escursioni nella natura, tutto è possibile fare e tutto può essere l’occasione per educare.
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