Burian non ti temo. Difendersi dal freddo in montagna, ecco come.

Febbraio 10, 2021by Alex Vigliani0

itinarrando - Duchessadi Alex Vigliani

Con tanti nuovi iniziati all’escursionismo giungono domande apparentemente assurde ma del tutto giustificate per chi si avvicina a questo mondo.
Premesso che non è il Burian quello che arriverà sull’Italia ma un sostanziale e momentaneo abbassamento delle temperature per arrivo di aria fredda da Est, ecco qualche consiglio per difendersi dal freddo e poter praticare comunque attività.

Partiamo da un presupposto: non è vero che ci si ammala con il freddo, semmai è vero che ci si ammala con gli sbalzi di temperatura, soprattutto quelli tra le elevate temperature di casa/ufficio e quelle più fredde esterne.
Ma restiamo nel nostro. Torniamo alla montagna e all’attività in natura.

Un adagio sempre attuale dice: non esiste buono o cattivo tempo, esiste buono o cattivo equipaggiamento. E questo vale anche per il freddo.

“Vestirsi a cipolla”. Quante volte ce lo siamo sentiti dire? Ecco. Vestirsi a strati è una buona base di partenza, come quella di avere sempre dei capi all’interno dello zaino. Ma andiamo per ordine.

Il primo strato. Quello più a contatto con la pelle che deve assicurare una buona traspirazione. Il cotone assorbe il sudore e si inzuppa. Meglio lana oppure poliestere o capilene. In commercio ce ne sono di vari tipi. Da Decathlon trovate un primo strato caldo e a buon costo per quel che dobbiamo fare. Chiaramente più sarà performante il tessuto e più ci terrà caldi e meno produrrà cattivi odori. Si sa, in fondo, il sintetico non è proprio la palestra del profumo. Nei negozi tecnici lo trovate delle più svariate marche e tipologia.

 

Strato intermedio. Sgomberiamo il campo dai dubbi. Non dobbiamo prendere fuoco, bensì evitare di disperdere il nostro calore corporeo. Possiamo nelle giornate più fredde scegliere di mettere sopra al primo strato una maglia tecnica a maniche lunghe. Ma attenzione a non diventare un surrogato dell’omino Michelin! Dobbiamo difenderci dal freddo, non costruirci uno scafandro che ci induca a produrre sudore!
Lo strato intermedio vero e proprio è il pile: il termine pile viene dal latino “pilus”, è una pelliccia artificiale costituita da un supporto esterno a maglia che ha una trama più o meno fitta. Tessuti gradevoli, comodi e caldi, ideali per il freddo, hanno peso e ingombro ridotti. Ripeto, sono caldi, ma soprattutto non lasciano disperdere il vostro calore corporeo! Hanno un prezzo abbastanza importante, ma è un investimento opportuno!

 

Il guscio. Ecco personalmente è il capo d’abbigliamento più importante, quello cui fare un investimento ragionato sulla base delle nostre necessità. Deve essere leggera e non imbottita , traspirante e impermeabile, con il cappuccio non staccabile ( il vento lo può staccare) . Come detto è l’oggetto più costoso, ma vale la pena spendere un po’ per un capo che in caso di necessità, pioggia, neve, vento, può essere veramente salvifico.
L’ultimo strato esterno. Abbiamo detto “Guscio” quindi non “Armatura”, guscio: ergo leggero, capace di stare sopra agli strati e rappresentare l’ultimo strato.

 

 

Piumino. Si può optare per un piumino che sia naturale o sintetico.
Il piumino naturale è caratterizzato da un’imbottitura costituita da fiocchi di forma tondeggiante con un piccolissimo nucleo centrale da cui si dipartono sottili filamenti; maggiore è la quantità di piumino, maggiore è il potere isolante e la leggerezza dell’imbottitura.
Il piumino ha un unico difetto: se si bagna perde totalmente il suo potere isolante.
Il piumino sintetico invece ha una imbottitura sottile di microfibra sintetica che si avvicina alle proprietà isolanti del piumino d’oca. Ma è più pratico in caso di clima umido; trattiene il calore anche se bagnato, per il suo spessore minimo l’isolamento è veramente efficace.

 

Pantaloni. Anche se fa freddo, anche se c’è neve, non servono i pantaloni da neve. Non serve la tuta da sci. I pantaloni da escursionismo NON imbottiti, NON con la “pelliccia” dentro. Vale lo stesso discorso del vestiario a strati. Se volete potete inserire uno strato a contatto con la pelle e che riscaldi, uno strato termico che in caso si senta caldo si possa togliere. Chiaramente anche qui esistono diverse varianti e un negozio tecnico ha una vastità di scelta che al 99% farà al caso vostro, ovviamente con un buon investimento.

 

 

 

 

Guanti: anche per i guanti esistono strati. C’è il sottoguanto, che è lo strato più agile e leggero, c’è il guanto che copre il primo strato. Poi esistono le moffole per i climi più rigidi e che tenendo le dita più vicine tra di loro favoriscono un maggior riscaldamento ma di contro non hanno la versatilità del guanto nell’utilizzo delle mani.

 

 

 

 

Scaldacollo. Uno scaldacollo dalla lana al materiale sintetico protegge il collo, zona spesso soggetta a raffreddamento.  Cappello. Coprire la testa è fondamentale. Questo è il punto, difatti, da cui si perde più calore.

 

 

 

 

Thermos.

La bevanda calda in inverno ma oserei dire in 3 stagioni su 4 è d’obbligo. Meglio orzo o semplice acqua calda, non il thè preferibilmente che può avere effetti diuretici e assolutamente niente alcool.

 

 

 

 

Scarponi. Lasciate perdere anche qui quelli con la pelliccia dentro e assolutamente NO, sulla neve nell’escursionismo non servono i DOPO SCI. Servono gli scarponi da trekking, in Gore Tex, comunque impermeabili e alti per evitare che la neve vi entri dentro. A supporto degli scarponi un bel paio di ghette che proteggano la parte bassa dei pantaloni ed evitino che la neve, il fango, l’umido possa entrarvi da sopra dentro gli scarponi.

 

 

Quindi la risposta è sì, si può fare escursionismo in inverno e con climi freddi ma con il giusto abbigliamento e se proprio non sapete allora affidatevi a un negozio tecnico, meglio pochi acquisti mirati che diventare collezionisti di cose che non ci serviranno, inutili e acquistati solo perché a buon mercato!

 

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