di Alex Vigliani
Immaginati al centro di un bosco. Le mani e le braccia aperte. Respiri, guardi in alto, di colpo ti senti meglio. Non è un caso e ti dico perché.
La prevenzione da ogni male è nei boschi, nell’aria aperta, nella natura.
Da sempre l’uomo è attratto dalla natura, nei momenti di crisi – anzi – si ritorna ai boschi, alla montagna, a un contatto più profondo con la foresta. Accadde così a ridosso dell’anno 1000, quando complice la paura della fine del mondo molti si ritirarono in solitudine, dando vita a un vero e proprio movimento eremitico. Accade oggi, con tutti i distinguo del caso, dove forte è il timore del contagio e che spinge tutti, anche i più sedentari, al contatto con la natura.
Il bosco è la nostra casa. Un ambiente fatto di prati, arbusti, alberi, zone umide o meno, accoglieva l’uomo primitivo. Stare nella natura, attraversare il bosco, era utile ai nostri antenati per procacciarsi il cibo. Una necessità primaria fissata nel nostro genoma. Nonostante la sedentarietà e la casa sicura, il nostro corpo, il nostro sistema immunitario, ci invita a stare nella natura, a fare una camminata nel bosco. Il nostro corpo sa che tutto ciò ci fa stare bene.
Che camminare nei boschi faccia bene, poi, è una verità elementare, ormai assodata. E sarebbe superfluo ricordarlo se non vivessimo questo periodo di incertezze e quesiti sulla salute di ognuno di noi. Il fatto che camminare in genere abbassi la pressione, aiuti il cuore, diminuisca la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari non è automaticamente connesso ai boschi, piuttosto al camminare in sé. Certo, farlo in un bosco e lontano dall’inquinamento è sicuramente meglio, ma non è soltanto questo.
Se camminare fa bene, farlo in un bosco è addirittura prevenzione e cura.
Il bosco ha un segreto, qualcosa che davvero influisce su ogni parte del nostro organismo.
Terpeni, questo è il segreto del bosco. I terpeni sono molecole chimiche che le piante producono per comunicare con altre piante. Ce ne sono circa 40.000. Le utilizzano per difendersi dagli attacchi di parassiti, per inviare messaggi odorosi. Attraverso i terpeni il bosco parla la lingua degli odori. E il nostro corpo ne fa incetta per rinforzare il sistema immunitario. E non solo. Il nostro umore migliora, ci si allontana da eventuali stati di depressione e si sa, se il nostro umore è alto anche il nostro sistema immunitario funziona meglio.
I terpeni nell’aria provengono dalle foglie e dagli aghi degli alberi e ancora dalla scorza e dal tronco. Vengono rilasciati da arbusti, erbe e cespugli del sottobosco. E ancora da funghi, muschi e felci. Tutto in un bosco emana terpeni, preziose e incredibili biomolecole che assimiliamo attraverso la pelle e con la respirazione, quindi dai polmoni.
Sei al centro di un bosco. E il bosco comunica con te. Sei parte di una grande, incredibile comunicazione. Sei più albero di quanto non ti aspetteresti. Inspirare l’aria del bosco è una pozione curativa. Come quando ritorni a casa e di colpo ti senti protetto, tant’è che da numerose indagini scientifiche è emerso che i terpeni contenuti nell’aria del bosco sono una vecchia conoscenza del nostro sistema immunitario che ne conosce il linguaggio, è in grado di decodificarli, e li decifra addirittura in maniera analoga alle piante stesse.
Come quando i terpeni vengono rilasciati per avvertire di un attacco di un organismo esterno e il bosco si difende. Così facciamo noi. Prendiamo i terpeni, li decodifichiamo e il nostro sistema immunitario si rinforza abbassando il livello di cortisolo e quello degli ormoni dello stress.
Ora lo sai. Quindi resti in un bosco qualche minuto di più.
Stai bene. Fai il pieno di aria dei polmoni. Respiri e stavolta davvero, respiri e scegli di nutrirti con una dose di aria ricca di ciò che ti fa stare bene. Il tuo sistema immunitario legge, decodifica e affronta ogni attacco esterno proprio come farebbe un albero perché è nel bosco che hai le tue radici.
Casa.
“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa”, Thoreau.